Un’auto elettrica è un veicolo la cui propulsione sfrutta soltanto l’elettricità senza disporre di un motore termico (a benzina o diesel). Non avviene, dunque, alcuna combustione. Il “serbatoio” delle auto elettriche è rappresentato dalle batterie la cui carica alimenta il mezzo. Le e-car sono veicoli “green” perché azzerano le emissioni e necessitano di un fabbisogno indiretto di combustibili fossili molto inferiore alle auto tradizionali.
Il tempo di ricarica di un’auto elettrica dipende da molti fattori che ricomprendono componenti tecnologiche, impianti, flussi d’elettricità, potenzialità di assorbimento e molto altro. Per semplificare, comunque, cercando di offrire una “linea di principio” possiamo dire che il tempo necessario a ricaricare un’e-car è legato a due termini: la capacità delle batterie installate sul veicolo e la potenza del sistema di ricarica. Per calcolare quanto serve per una ricarica completa è sufficiente dividere la capacità delle batterie per la potenza erogata dal punto di ricarica. Per esempio, se le batterie dell’auto elettrica hanno una capacità di 60 Kwh e vengono collegate a una colonnina da 6 Kw, l’auto farà il pieno di energia dopo 10 ore. Ma si può utilizzare il veicolo anche senza averlo ricaricato completamente.
Mediamente un’auto elettrica ha un’autonomia sul misto di 300 Km, ma diversi modelli possono arrivare oltre i 500 km di percorrenza. Ovviamente, la durata della carica dipende molto dallo stile di guida e dal tipo di strada. Occorre, poi, considerare che le vetture elettriche prevedono tecnologie di ottimizzazione dell’energia e di recupero cinetico (per esempio il sistema KERS). Vuol dire che a veicolo fermo il consumo di corrente viene sempre ridotto al minimo e durante le fasi di frenata e arresto i sistemi di recupero dell’energia cinetica permettono di ripristinare parte della carica./p>
Il costo di un pieno di un’auto elettrica dipende dalle tariffe energetiche applicate dal proprio fornitore o dai punti di distribuzione. Mediamente si spendono 0,20 € Kwh con la rete domestica e 0,45 € si ci si affida ai distributori. Per un veicolo con batterie di capacità pari a 70 Kwh significa che un pieno costa, in media, 14 € se l’auto viene ricaricata a casa e 31,5 € in un punto di distribuzione. Insomma: un bel risparmio rispetto al diesel o alla benzina! Comunque vi è da sottolineare che è anche possibile ricaricare gratuitamente il proprio veicolo elettrico, come spiegato nelle FAQ successive.
Sì, le batterie delle auto elettriche si possono riciclare. Vi è da dire, però, che sono progettate per avere una durata molto lunga: occorrono parecchi anni prima che il loro ciclo vitale finisca e possano essere riciclate.
Come in tutti i dispositivi, anche nelle auto elettriche la temperatura influisce sulle prestazioni delle batterie. Un freddo intenso può diminuire la durata della carica o allungarne i tempi. Le e-car, però, hanno sistemi di protezione tali da ridurre al minimo la probabilità che il freddo influisca negativamente sull’autonomia. Un’altra considerazione è di tipo ambientale: in Italia è veramente difficile che si raggiungano temperature così rigide da mettere in crisi le batterie dell’auto, anche durante gli inverni più tosti.
Sì. Le auto elettriche montano pneumatici specifici che hanno una bassa resistenza al rotolamento. Questa tipologia di pneumatico, chiamata Low Rolling Resistance Tires (LRR Tires) ha la caratteristica di consumare molta meno energia nelle fasi di attrito con la strada e isteresi (cioè il processo per cui una “gomma” si flette quando vi viene posto sopra un peso). Ciò si traduce in una riduzione notevole dei consumi, in meno rumorosità e anche più sicurezza. Gli pneumatici LRR si trovano da qualsiasi gommista e ogni casa produttrice ne ha diverse tipologie a listino. Il prezzo non è molto differente da uno pneumatico tradizionale. C’è da aggiungere che il noleggio a lungo termine può comprendere anche il cambio gomme, qualora fosse necessario.
Le auto elettriche gestiscono il consumo di energia attraverso la sollecitazione diretta. Significa che un’e-car richiede corrente elettrica quando si preme l’acceleratore, altrimenti fa in modo di non consumarne per ottimizzare l’autonomia anche in condizioni di traffico intenso o in tragitto urbano. Ulteriore considerazione è che la dotazione delle auto elettriche prevede tecnologie di recupero dell’energia cinetica (KERS): un sistema che consente di ripristinare parte della carica ogni volta che si decelera e frena. Alcuni fattori possono incidere sulla durata delle batterie a veicolo fermo, per esempio l’utilizzo del climatizzatore o dell’impianto di infotainment.
Sì, se il modello di auto elettrica è predisposto per il traino. Attualmente, il problema principale è che trainare un’unità passiva come un carrello appendice o una roulotte richiede un consumo molto alto di energia per via dell’aumento complessivo del peso, con effetti negativi sull’autonomia. Sul mercato sono già presenti, comunque, sistemi per rendere carrelli e roulotte attivi, con alimentazioni autonome a batteria. Esistono anche progetti concreti di veicoli elettrici progettati per trainare grosse moli: il Cybertruck di Tesla, per esempio, dovrebbe poter sostenere carichi superiori alle 6 tonnellate.
Il 14 luglio 2021, la Commissione Europea ha adottato il pacchetto di misure denominato “Fit for 55” dove si dispone che, entro il 2035, tutti i veicoli venduti nell’Unione dovranno essere a emissioni zero nell’ottica di un “Green Deal Europeo”. Questa direttiva è vincolante per tutti i paesi dell’U.E. Attualmente, l’unica tecnologia di mobilità a garantire un’emissione di CO2 nulla è solamente quella prevista sulle e-car. Tecnicamente, però, “zero emissioni” non significa per forza elettrico: se in futuro verranno sviluppati motori a combustione totalmente non inquinanti, potranno essere immessi sul mercato. Ma la tendenza dichiarata (delle case automobilistiche, dei ricercatori e della politica) è quella di continuare con lo sviluppo di auto elettriche perché sono la risposta già pronta al problema delle emissioni e ai dettami della Commissione Europea. “Fit for 55”, inoltre, prevede un sistematico potenziamento della rete di distribuzione continentale, con l’obiettivo di installare colonnine di ricarica rapida ogni 60 chilometri almeno nel tessuto autostradale. Insomma: il futuro è certamente elettrico.
Un’auto ibrida è un veicolo sul quale è installato un motore elettrico combinato a una trazione endotermica. In pratica, un’auto ibrida utilizza il motore elettrico per percorrere medie e brevi distanze. Quando l’autonomia elettrica si esaurisce, entra in azione la parte endotermica, così le batterie possono ricaricarsi attraverso il movimento o la frenata rigenerativa (grazie al sistema KERS).
Stilare una classifica dei migliori marchi di auto elettriche è veramente difficile, e probabilmente non ha neppure molto senso, visto che ogni casa può presentare diversi punti di forza e ottimi modelli. Volendo, però, dare indicazioni sulle caratteristiche dei produttori di auto elettriche possiamo passare in veloce rassegna i principali brand spiegando le loro peculiarità. Tesla è sicuramente un punto di riferimento nel mondo elettrico, perché è stata la prima casa automobilistica nata completamente per produrre e-car, con tecnologie proprietarie sia nella parte meccanica che software. Rivolgiamo un occhio di riguardo a Model 3, uno dei modelli meglio riusciti di tutto il panorama automotive. Toyota (ma generalmente tutte le asiatiche come Hyundai, Nissan, Kia) hanno una lunga tradizione di ricerca e innovazione nel campo elettrico e ibrido, sinonimo di affidabilità e avanguardia. Molti marchi europei si sono mossi bene, con grossi investimenti, in particolare Renault, Peugeot, Opel e Volkswagen. Fiat ha lanciato la sua 500 elettrica che ha conquistato addetti ai lavori e automobilisti per un prodotto riuscitissimo e veramente al vertice di prestazioni, dotazioni e autonomia. Il mondo elettrico è vasto, vario e in continuo fermento ma oggi si può contare su un’ampia proposta di veicoli affidabili, funzionali e dal design accattivante. Per trovare il modello più adatto alle tue esigenze, però, il consiglio è sempre lo stesso: rivolgerti a biGREEN.
No, piuttosto il contrario. Con l’aumento delle auto elettriche diminuirà la richiesta di energia. Vuol dire che con più auto elettriche (a discapito di quelle a motore termico) ci sarà un fabbisogno energetico decrescente. Le ragioni sono diverse e tutte molto solide.
In primis: anche i veicoli a motore endotermico necessitano di energia. Molta, a dir la verità. Il ciclo “Dal pozzo alla ruota” per queste auto si compone dell’estrazione e la raffinazione del greggio, del trasporto, della distribuzione e della conversione in energia meccanica una volta rifornito il mezzo. In termini di efficienza questo processo non va oltre il 20% (per efficienza si intende il rapporto tra energia investita per ottenere un effetto e il risultato ottenuto). Nel ciclo elettrico, invece, l’efficienza sale oltre il 50%. Significa che a parità di energia investita, il processo elettrico produce migliori (e maggiori) risultati.
Inoltre, come abbiamo scritto nelle FAQ precedenti diversi sistemi consentono di ottimizzare la richiesta: le tecnologie V2G (Vehicle to Grid) permettono di mettere in rete l’energia trasformando le e-car in vettori energetici; ma pure, banalmente, gli impianti fotovoltaici domestici consentono di non incidere sul sistema di distribuzione, fornendo autonomamente ricariche attraverso il solare.
In ultima, secondo diverse indagini scientifiche (una su tutte “Apriamo la strada al trasporto elettrico nazionale” sviluppata da Enel Foundation e il Politecnico di Milano) l’incremento del parco auto elettrico di 1.000.000 unità si tradurrebbe in un innalzamento della richiesta di energia elettrica di solo lo 0.3%.
No. Anzi, è vero il contrario e cioè che nelle auto elettriche il rischio di incendio è inferiore rispetto ai veicoli a motore termico. La maggiore sicurezza è presto spiegata: non contando su un processo di combustione e su circuiti di ciclo dei carburanti, le e-car non presentano gli elementi problematici che possono favorire l’innesco di un incendio. In passato (soprattutto agli inizio dell’esperienza elettrica nell’automotive) alcuni modelli sono stati richiamati per problemi di sovraccarico e aumento della temperatura delle batterie. Ben presto, però, le case automobilistiche hanno risolto queste criticità dotando i propri veicoli elettrici di sistemi di protezione e prevenzione.